In un colpo di scena che ha sconvolto il paddock della MotoGP, il boss della Ducati, Claudio Domenicali, ha lanciato un’accusa bomba contro Yamaha, denunciando il loro nuovo motore come una “truffa” in vista del Gran Premio di San Marino. Con prove scottanti alla mano, la Ducati ha messo in discussione l’integrità del rivoluzionario motore V4 di Yamaha, destinato a debuttare a Misano. La tensione è alle stelle: il presidente della FIM, Jorge Viegas, è intervenuto immediatamente, confermando un’indagine approfondita che potrebbe scuotere le fondamenta del campionato. Questo scandalo accende i riflettori sulla lotta senza esclusione di colpi tra i costruttori e solleva interrogativi sulla trasparenza delle regole tecniche in MotoGP.
Le accuse nascono dall’annuncio di Yamaha di un motore V4, un cambio epocale rispetto alla tradizionale configurazione a quattro cilindri in linea, che ha caratterizzato le loro moto per anni. Sotto pressione per colmare il divario con rivali europei come Ducati e KTM, dopo una stagione 2024 senza vittorie, Yamaha aveva presentato il nuovo propulsore come la chiave per rilanciarsi nel 2025. Ma la Ducati non ci sta: secondo fonti interne, Domenicali ha svelato dati tecnici e telemetria che suggeriscono l’uso di componenti non omologati, in violazione delle rigide normative FIM. In una conferenza stampa infuocata, il numero uno di Ducati ha tuonato: “Non possiamo tollerare irregolarità . La MotoGP è competizione pura, e ogni tentativo di aggirare le regole mina lo spirito di questo sport”. Un déjà -vu che richiama lo scandalo del 2020, quando Yamaha fu penalizzata con 50 punti in meno per valvole non omologate in Spagna, un episodio che ancora brucia nella memoria del paddock.
Il presidente FIM, Jorge Viegas, non ha perso tempo, annunciando un’indagine rigorosa: “Prendiamo queste accuse con la massima serietĂ . La FIM garantisce equitĂ per tutti, e il nostro team tecnico sta analizzando le prove fornite da Ducati. La veritĂ verrĂ a galla”. Sebbene Viegas non abbia rivelato dettagli, la sua prontezza ha alimentato speculazioni su possibili sanzioni: da penalitĂ di punti fino a esclusioni, se Yamaha risultasse colpevole. Il caso esplode in un momento cruciale della stagione 2025, con Ducati in testa al campionato costruttori e piloti come Jorge MartĂn e Francesco Bagnaia in lotta per il titolo. Un verdetto sfavorevole potrebbe stravolgere i piani di Yamaha e ridisegnare la corsa al mondiale.
Yamaha, dal canto suo, si difende con fermezza. In un comunicato ufficiale, il team ha ribadito: “Il nostro motore è stato sviluppato nel pieno rispetto delle regole. Siamo fiduciosi nella nostra correttezza”. Ma le ombre del passato e le parole di Domenicali pesano come macigni. Nel paddock, le voci si rincorrono: c’è chi sospetta che Ducati stia giocando una partita strategica per destabilizzare i rivali, e chi, invece, difende la necessità di vigilare su un campionato sempre più tecnologico. I social, specialmente su X, sono un campo di battaglia: i tifosi si dividono tra chi applaude la Ducati per il coraggio e chi la accusa di voler sabotare la rinascita di Yamaha.
Con il Gran Premio di San Marino alle porte, il mondo della MotoGP trattiene il fiato. L’indagine della FIM potrebbe riscrivere le gerarchie del campionato, mettendo alla prova l’integrità delle regole e la credibilità di uno sport che vive di passione e precisione. Riuscirà Yamaha a dimostrare la sua innocenza, o le prove di Ducati porteranno a una sentenza clamorosa? Misano non sarà solo una gara, ma un vero e proprio tribunale, dove il destino della stagione è appeso a un filo.