Avete letto abbastanza titoli su come i giorni di Lewis Hamilton in Formula 1 siano contati, e su come le sue prime cinque gare con la Ferrari dimostrino la sua fine. Che ne dite di dare un po’ di grazia al nome della leggenda?
Dopotutto, il quarantenne ha all’attivo sette campionati (otto secondo alcuni) e, nonostante vanti una carriera impressionante che finora ha toccato 19 stagioni di F1, questa è solo la seconda volta che cambia squadra.
Quando la superstar britannica annunciò nel 2024 che avrebbe lasciato la Mercedes dopo 12 stagioni di successi con le Frecce d’Argento, la sua decisione fu accolta con emozioni contrastanti.
“Ve ne pentirete!”, urlavano i critici, “questo è l’ingaggio di un pilota di F1 più iconico di tutti i tempi”, cantavano i fan… ma a prescindere da ciò che fa Hamilton, verrà sempre criticato, quindi perché non lasciarlo superare i suoi problemi iniziali con la Scuderia e aspettare di vedere come la sua arma segreta lo aiuterà a riprendersi dall’attuale crisi di carriera?
Quando si diffuse la notizia del cambio generazionale di Hamilton nel team, sui media circolarono idee su un esodo dalla Mercedes, una teoria che fu rapidamente smentita dalle notizie di una clausola che era stata implementata per impedire ad Hamilton di reclutare alleati chiave della Mercedes durante il suo viaggio verso Maranello.
Ma il subdolo sette volte campione potrebbe essere stato un passo avanti rispetto a un simile scenario.
Nel 2023, i tifosi di Hamilton sono rimasti scioccati nell’apprendere della partenza della sua alleata di lunga data e allenatrice neozelandese Angela Cullen, che secondo quanto riferito ha lasciato il suo fianco in cerca di un cambio di ritmo.
Sebbene nessuna delle due teorie sia stata confermata, chi può dire che i due non avessero previsto questa clausola e non si fossero separati in anticipo affinché Cullen fosse esentato da una clausola di non appropriazione indebita in futuro?
È stato imbarazzante assistere per la maggior parte alle comunicazioni radio del team Ferrari di Hamilton , mentre lui e l’ingegnere di gara Riccardo Adami trovano il loro equilibrio come coppia.
Al nuovo pilota della Ferrari potrebbe essere stato impedito di continuare la sua iconica collaborazione con Peter “Bono” Bonnington nel suo nuovo team, ma con Cullen al suo fianco, il meglio deve sicuramente venire da Hamilton.
La sua semplice presenza nel team come volto familiare in un ambiente completamente nuovo e opprimente potrebbe rivelarsi un supporto sufficiente sia per Cullen che per Hamilton, mentre si abituano a chiamare Ferrari casa.
Almeno si è riunito al suo allenatore sportivo per questo grande cambiamento di carriera, anziché tenerlo ben lontano dall’altra parte dell’oceano, come è successo nelle sue ultime stagioni con Mercedes.