In una rivelazione che ha sbalordito allo stesso modo storici, archeologi e studiosi religiosi, il Vaticano ha confermato l’esistenza di una collezione di lunga durata di antichi manufatti egiziani nascosti nei suoi archivi per secoli. L’annuncio, fatto il 26 marzo 2025, segue anni di speculazione sul possesso della Chiesa cattolica delle reliquie che potrebbero rimodellare la nostra comprensione della storia antica e il suo incrocio con narrazioni religiose. I manufatti, che includono statue intagliate intagliate, rotoli di papiro e misteriosi amuleti, sono stati scoperti durante una recente ristrutturazione dell’archivio apostolico Vaticano, un deposito noto per aver ospitato alcuni dei segreti più attesi al mondo.

La collezione, che si ritiene risaltasse alla 18a dinastia d’Egitto (circa 1550-1292 a.C.), include una statua della dea che si allatta suo figlio Horus, un motivo che alcuni studiosi sostengono l’iconografia cristiana paralleli della Vergine Maria e del bambino. Altri elementi includono una serie di rotoli di papiro inscritti con geroglifici che descrivono gli eventi celesti, collegando probabilmente la cosmologia egiziana antica alle prime credenze cristiane sui cieli. Un amuleto, raffigurante l’occhio di Horus, ha un’iscrizione che gli esperti stanno ancora lavorando per decifrare, ma che le traduzioni precoci suggeriscono può fare riferimento a un “visitatore divino dalle stelle”, una frase che ha alimentato la speculazione sulle connessioni extraterrestri, specialmente alla luce delle recenti scoperte vicino al grande sfince in Egitto.

La decisione del Vaticano di rivelare questi artefatti arriva dopo decenni di voci, spesso legate alle teorie della cospirazione sulla chiesa che sopprime la conoscenza delle antiche civiltà per mantenere la sua autorità teologica. Gli storici indicano l’ascesa del cristianesimo del IV secolo sotto l’imperatore Costantino, quando molti manufatti pagani furono distrutti o confiscati dalla chiesa. Alcune di queste reliquie, a quanto pare, sono state conservate in segreto, forse per studiare il loro significato simbolico o spirituale. “Il Vaticano è sempre stato un custode della storia, non solo di fede”, ha affermato la dott.ssa Maria Rossi, storica del primo cristianesimo presso l’Università di Sapienza di Roma. “Questi artefatti potrebbero essere stati nascosti per evitare conflitti con la dottrina cristiana emergente, ma la loro conservazione suggerisce un riconoscimento della loro importanza”.

I tempi dell’annuncio hanno anche attirato l’attenzione, poiché coincide con il fascino globale per una recente scoperta di presunti resti extraterrestri vicino alla grande sfinge, che alcuni sostengono potrebbero riscrivere la storia umana. Mentre il Vaticano non ha sostenuto tali teorie, i riferimenti celesti degli artefatti hanno suscitato dibattito sul fatto che le antiche credenze egiziane abbiano influenzato il pensiero dei primi cristiani più di quanto precedentemente riconosciuto. La chiesa ha dichiarato che i manufatti saranno esposti in una mostra speciale ai musei del Vaticano a partire dal giugno 2025, permettendo al pubblico di vederli per la prima volta.

Per ora, i manufatti sollevano più domande che risposte. Erano nascosti per proteggere la narrazione della chiesa o per salvaguardare la conoscenza sacra? Mentre gli studiosi iniziano a studiare queste reliquie, il mondo attende intuizioni che potrebbero colmare gli antichi mondi egiziani e cristiani o sfidare tutto ciò che pensavamo di sapere sulle loro storie.