Il 24 luglio 1915, una tragedia dimenticata dalla storia si consumò lungo le rive del fiume Chicago. La nave SS Eastland, carica di oltre 2.500 passeggeri – per lo più lavoratori e famiglie in gita aziendale – si capovolse mentre era ancora ormeggiata al molo. In meno di cinque minuti, 844 persone morirono, molte delle quali donne e bambini. Fu una delle peggiori catastrofi marittime nella storia degli Stati Uniti, superando per numero di vittime persino il più celebre naufragio del Titanic (706 vittime tra passeggeri e equipaggio).

Nonostante l’enormità dell’evento, il disastro dell’Eastland non ricevette la stessa attenzione mediatica o storica. Le ragioni sono molteplici: la vicinanza al porto fece sembrare l’incidente “meno epico”, la Prima Guerra Mondiale stava catturando l’attenzione globale, e le vittime erano per lo più operai di classe media e immigrati. In un’epoca in cui i titoli e le commemorazioni spesso seguivano le gerarchie sociali, la tragedia fu in gran parte ignorata dalle autorità federali e sottovalutata dalla stampa nazionale.

Testimoni oculari raccontarono scene di puro orrore: madri che cercavano disperatamente i propri figli, corpi intrappolati sotto i ponti, urla e caos mentre la nave si rovesciava su un lato senza alcun preavviso. Il disastro avvenne sotto gli occhi di centinaia di passanti sul molo, ma il soccorso fu tardivo e disorganizzato.

Le successive indagini rivelarono che l’Eastland era noto per la sua instabilità e che era stato sovraccaricato a causa di normative sulla sicurezza introdotte dopo l’affondamento del Titanic. Ironia della sorte, proprio le nuove regole sui giubbotti di salvataggio contribuirono a renderla ancora più pesante e pericolosa.
Oggi, a oltre un secolo di distanza, il disastro dell’Eastland rimane uno dei grandi eventi dimenticati del XX secolo. A Chicago esiste un piccolo memoriale, ma pochi conoscono la storia. Una tragedia silenziosa, censurata dalla storia ufficiale, ma che merita di essere ricordata per le vite spezzate e per ciò che rivela sulle disuguaglianze del tempo.