La tensione era già altissima sul Campo Centrale di Wimbledon, ma nessuno avrebbe potuto immaginare che il quarto di finale tra Ben Shelton e Jannik Sinner si sarebbe trasformato in uno degli episodi più controversi della storia recente del torneo.
Al 22° minuto di gioco, con il punteggio ancora in bilico nel primo set (3-3, 30-15), Shelton – noto per il suo atteggiamento combattivo – ha improvvisamente urlato verso il suo avversario un’espressione scioccante:
“BASTARDO!”
L’insulto, chiaramente udibile dai microfoni ambientali e dalle tribune, ha gelato il pubblico presente. Per un attimo, il tempo sembrava essersi fermato sul prato sacro dell’All England Club. Nessuno sapeva cosa aspettarsi, ma è stata la reazione di Jannik Sinner a lasciare tutti senza parole.
Conosciuto per la sua calma glaciale e compostezza in campo, Sinner non ha detto una parola. Non ha chiesto l’intervento del giudice di sedia, non ha guardato l’arbitro, non ha nemmeno cambiato espressione. Ha semplicemente raccolto la pallina, si è posizionato per il servizio successivo e ha infilato un ace a 211 km/h.
Poi, con uno sguardo fisso e impenetrabile verso Shelton, ha sussurrato – secondo la lettura labiale riportata da Sky Sport –
“Parlerai meno dopo questo.”
E da quel momento in poi, il match è cambiato radicalmente.
Il crollo mentale di Shelton
Shelton, visibilmente destabilizzato dalla freddezza e dalla superiorità tecnica dell’altoatesino, ha perso il servizio nel game successivo con due doppi falli consecutivi. Da lì, Sinner ha preso il controllo della partita, dominando gli scambi e chiudendo il match in tre set con il punteggio di 6-4, 6-2, 6-1.
I gesti eccessivi dell’americano, già osservati durante tornei precedenti, non sono nuovi, ma mai prima d’ora aveva superato un limite così marcato. L’insulto in diretta mondiale ha sollevato una bufera mediatica senza precedenti.
Nel post-partita, la stampa ha tempestato Sinner di domande sull’episodio, ma l’azzurro ha mantenuto la sua linea:
“Io sono qui per giocare a tennis. Ognuno mostra il suo carattere in campo. Io preferisco farlo con la racchetta.”
Una risposta da vero campione, secondo molti. Ma non tutti sono stati così diplomatici.
Mats Wilander, ex numero uno al mondo e ora commentatore per Eurosport, ha dichiarato:
“Shelton ha talento, ma oggi ha dimostrato di non avere ancora la maturità per stare a questi livelli.”
Sui social, le reazioni non si sono fatte attendere. Mentre molti fan statunitensi hanno difeso Shelton parlando di “emozioni a caldo”, la maggioranza ha condannato il gesto, chiedendo sanzioni immediate.
In serata, l’ATP ha rilasciato un comunicato ufficiale confermando che Shelton sarà multato per condotta antisportiva e rischia la sospensione da un torneo futuro, a seconda del risultato dell’indagine disciplinare in corso.
“Il rispetto tra colleghi è un valore fondamentale del nostro sport,” si legge nel comunicato. “Nessuna provocazione verbale diretta sarà tollerata, indipendentemente dal contesto competitivo.”
Secondo fonti interne, anche Wimbledon potrebbe prendere misure autonome, considerando la gravità dell’insulto e il fatto che l’evento è stato trasmesso in diretta globale.
Come se non bastasse, la leggenda del tennis Roger Federer ha detto la sua con un post su Instagram:
“Quando perdi la calma, perdi anche la partita.”
Con più di 2 milioni di like in meno di sei ore, il messaggio ha fatto il giro del mondo e molti lo hanno interpretato come un chiaro riferimento a Shelton.
Shelton, che fino a pochi mesi fa era considerato una delle promesse più brillanti del circuito, ora si trova davanti a un bivio: cambiare atteggiamento o rischiare di essere ricordato più per le polemiche che per i risultati.
Sinner, invece, avanza in semifinale e lo fa da vero signore, senza cadere nelle provocazioni, guadagnandosi non solo il rispetto del pubblico ma anche quello dei grandi del passato.
Wimbledon ci ha abituato a grandi emozioni, ma ciò che è accaduto oggi rimarrà nella memoria di tutti. Non solo per il tennis giocato, ma per la lezione di classe e sangue freddo che Jannik Sinner ha regalato al mondo.
E forse, in silenzio, ha detto più di mille parole.