Il mondo del tennis prospera grazie a rivalità, resilienza ed emozioni forti, ma a volte le vere battaglie avvengono fuori dal campo. Questa settimana, tutti gli occhi erano puntati sulla numero 2 al mondo Coco Gauff, che si è ritrovata al centro di una tempesta di critiche. Voci aspre sui social media e persino alcuni cosiddetti “esperti” hanno definito Gauff la “peggior tennista numero 2 al mondo”, citando incongruenze, pressioni e il suo curriculum relativamente giovane rispetto ad altre grandi.
Ma, in un colpo di scena che ha colto tutti di sorpresa, è stata niente meno che Jasmine Paolini, una delle più agguerrite concorrenti recenti di Gauff, a decidere che ne aveva abbastanza.
E quando Paolini parlava, il mondo del tennis ascoltava.
Durante la conferenza stampa post-partita del Roland Garros, a Paolini è stato chiesto delle critiche rivolte a Gauff. Dopo una breve pausa, il suo viso si è indurito. Si è avvicinata al microfono, ha guardato direttamente la telecamera e ha detto:
“Se Coco è il peggiore, non hai mai giocato a vero tennis.”
Otto parole. Fredde come il ghiaccio. Pronunciate con la calma furia di chi sa esattamente cosa serve per raggiungere la vetta. La sala piombò nel silenzio. I giornalisti sbatterono le palpebre per la sorpresa. I social media esplosero. Nel giro di pochi minuti, #RespectCoco e #PaoliniPower erano di tendenza in tutto il mondo.
La parte più sorprendente? Paolini e Gauff arrivavano da un incontro acceso negli ottavi di finale, un thriller di tre set che aveva spinto entrambe le atlete al limite. Sebbene la loro rivalità fosse accanita in campo, era chiaro che il rispetto reciproco brillasse più di qualsiasi tabellone.
“Potrei anche volerla battere quando giochiamo”, aggiunse Paolini qualche istante dopo, “ma fuori dal campo non permetterò mai che la mancanza di rispetto resti impunito. Coco si è guadagnata il suo posto. Lavora più duramente di quanto la maggior parte delle persone possa immaginare”.
È stato un momento di solidarietà che il mondo del tennis raramente vede, e che ha ridefinito l’immagine pubblica di entrambe le giocatrici. Per Paolini, nota per il suo stile di gioco grintoso e la sua concentrazione silenziosa, è stato un raro scorcio di fuoco fuori dal campo. Per Gauff, è stata una conferma di fronte a una pressione incessante.
Poche ore dopo, Gauff ha risposto con un sentito messaggio su Instagram: “Non dovevi dirlo, Jasmine. Ma non dimenticherò mai che l’hai fatto. Con rispetto”.
Il post mostrava una foto dei due che si stringevano la mano a rete, un momento che, sul momento, sembrò la fine di una partita. Col senno di poi, fu solo l’inizio di un legame profondo.
Cosa accadde poi a Paolini…
E poi, come ispirata dalle sue stesse parole, Paolini è scesa in campo per il suo quarto di finale e ha regalato una delle prestazioni più dominanti della sua carriera. Con concentrazione laser e un’incrollabile compostezza, ha sconfitto un’avversaria con il punteggio più alto in classifica per 6-2, 6-1 in poco più di un’ora.
Dopo il match point, non è caduta a terra né ha urlato al cielo. Piuttosto, ha alzato lo sguardo verso il pubblico, si è picchiettata due volte la tempia e si è diretta con calma verso la sua panchina. Quando le hanno chiesto cosa stesse pensando, la sua risposta è stata semplice:
“Oggi sapevo chi ero.”
Era un’affermazione che riecheggiava la sua precedente difesa di Gauff, ma sottolineava anche la sua fiducia in se stessa, qualcosa che si era andata formando silenziosamente dietro il suo atteggiamento riservato.
In uno sport che spesso celebra il silenzio a discapito della schiettezza, l’audace difesa di una rivale da parte di Paolini è stata una ventata di aria fresca. Le sue azioni hanno riacceso il dibattito sul rispetto nella comunità tennistica e su come le atlete, in particolare, siano spesso tenute a standard impossibili.
Ex campionesse come Billie Jean King e Justine Henin sono intervenute online, elogiando Paolini per aver preso posizione e denunciando la tossicità delle critiche ingiuste.
“Non c’è niente di tenero nel rispetto”, ha scritto King. “Jasmine Paolini lo ha dimostrato con otto parole”.
Mentre l’Open di Francia si avvia verso gli ultimi turni, tutti gli occhi sono puntati su Paolini e Gauff, non solo per la loro bravura, ma anche per il loro carattere. Resta da vedere se si incontreranno di nuovo in campo, ma fuori dal campo hanno già regalato uno dei momenti più emozionanti del torneo.
In uno sport basato sulla rivalità, sono momenti come questi, inaspettati, umani, onesti, che ci ricordano il motivo per cui guardiamo.
Perché a volte le giocate migliori non nascono da un servizio o da un dritto.
A volte nascono dal fatto di prendere posizione, per se stessi e per qualcun altro.