Khabib Nurmagomedov è entrato nella leggenda delle MMA grazie alla sua capacità unica di dominare i suoi avversari a terra, ma nel corso della sua carriera, molti critici hanno messo in discussione le sue abilità nel colpire. Questo ha acceso un fuoco dentro di lui, portandolo a voler dimostrare che non era solo un maestro del grappling.
Javier Mendez, storico allenatore di Khabib, ha raccontato di come il campione imbattuto (29-0) fosse determinato a rispondere alle critiche. Nonostante i suoi suggerimenti di concentrarsi sul suo punto di forza, Khabib aveva il desiderio di dimostrare al mondo che poteva anche colpire. Mendez ha spiegato: “Khabib, spesso, si discostava dal piano di gioco per dimostrare agli altri che poteva stare in piedi e battere gli avversari anche nella boxe.”
Secondo Mendez, Khabib era così deciso a non essere etichettato come un lottatore puramente da terra, che spesso rischiava di allontanarsi dalla sua strategia vincente per provare a rispondere a quelli che lo consideravano “unilaterale” nelle sue tecniche. “Quando il combattimento andava avanti, lui riusciva a stare in piedi, ma io non lo vedevo con favore, perché volevo che tornasse a fare ciò che lo rendeva il migliore”, ha aggiunto Mendez.
Nonostante la sua forza indiscutibile nel grappling, con la capacità di portare a terra chiunque, Khabib ha voluto dimostrare che la sua abilità si estendeva oltre il wrestling. Durante la sua carriera, anche quando non c’era dubbio sul fatto che sarebbe riuscito a portare il combattimento a terra, ‘L’Aquila’ ha fatto scelte strategiche per tenere il combattimento in piedi e convincere il mondo che poteva eccellere in ogni aspetto delle MMA.