Un nuovo scandalo scuote il mondo della MotoGP a poche settimane dall’inizio della stagione 2025, con la Ducati al centro di una polemica incandescente. Il direttore generale di Ducati Corse, Gigi Dall’Igna, ha puntato il dito contro gli organizzatori del Gran Premio d’Argentina, accusandoli di corruzione e di aver compromesso la sicurezza della pista di Termas de Río Hondo. Secondo Dall’Igna, queste presunte irregolarità avrebbero messo a rischio le prestazioni e la sicurezza dei due piloti di punta della scuderia italiana, Marc Marquez e Francesco “Pecco” Bagnaia, durante i preparativi per la seconda gara del campionato, prevista per aprile 2025. La denuncia, resa pubblica il 10 marzo 2025, ha scatenato reazioni contrastanti nel paddock e tra i tifosi, alimentando un dibattito che potrebbe avere ripercussioni significative sul calendario della MotoGP.
La stagione 2025 è iniziata con il botto in Thailandia, dove Marquez ha dominato il weekend inaugurale, vincendo sia la Sprint che il Gran Premio, mentre Bagnaia ha chiuso al terzo posto, mostrando un certo disagio con la nuova Desmosedici GP25. Tuttavia, l’attenzione si è rapidamente spostata sull’Argentina, una pista storicamente favorevole a Marquez ma meno amica di Bagnaia, che non vi ha mai trionfato in MotoGP. Le aspettative per questa gara erano alte, con la Ducati intenzionata a consolidare il suo dominio dopo il successo di Buriram. Ma le accuse di Dall’Igna hanno gettato un’ombra sul circuito sudamericano, sollevando interrogativi sulla sua idoneità a ospitare una competizione di tale livello.
Secondo il boss della Ducati, gli organizzatori argentini avrebbero accettato tangenti per accelerare i lavori di manutenzione della pista, trascurando però gli standard di qualità richiesti dalla Federazione Internazionale di Motociclismo (FIM). “Abbiamo prove che dimostrano come i fondi destinati al rifacimento dell’asfalto siano stati dirottati altrove,” ha dichiarato Dall’Igna in un’intervista esclusiva a Corse di Moto. “Il risultato è una superficie irregolare, con avvallamenti e sporcizia che mettono in pericolo i nostri piloti. Marc e Pecco meritano di correre su una pista all’altezza del loro talento, non su un terreno minato.” Queste parole hanno fatto eco a segnalazioni precedenti di team e piloti, che negli anni passati avevano lamentato condizioni precarie a Termas de Río Hondo, tra cui drenaggi inadeguati e asfalto usurato.
La reazione degli organizzatori non si è fatta attendere. In un comunicato ufficiale, il comitato del Gran Premio d’Argentina ha respinto le accuse, definendole “infondate e offensive” e promettendo un’indagine interna per fare luce sulla vicenda. “La pista è stata sottoposta a controlli rigorosi e rispetta tutti i requisiti di sicurezza,” si legge nella nota. “Siamo orgogliosi di ospitare la MotoGP e non permetteremo che il nostro lavoro venga screditato da affermazioni senza prove concrete.” Tuttavia, la mancanza di trasparenza sui finanziamenti e i ritardi nei lavori di ammodernamento, segnalati già nel 2024, hanno dato credito alle parole di Dall’Igna presso una parte dell’opinione pubblica.
Per Marquez e Bagnaia, questa situazione rappresenta una complicazione inaspettata in una stagione che si preannuncia già come un duello all’ultimo sangue tra i due campioni. Marquez, reduce da una prestazione stellare in Thailandia, ha espresso cautela: “Non voglio correre rischi inutili. Se la pista non è sicura, lo dirò apertamente.” Bagnaia, dal canto suo, ha preferito non alimentare la polemica, limitandosi a un laconico: “Mi fido del team, ma voglio solo una gara equa.” Entrambi i piloti, che insieme vantano undici titoli mondiali, sono consapevoli che le condizioni della pista potrebbero influenzare non solo i loro risultati, ma anche la dinamica interna al box Ducati, già tesa per la rivalità crescente.
Nel frattempo, la Dorna Sports, ente organizzatore della MotoGP, ha annunciato che invierà una delegazione per ispezionare il circuito prima della gara. Se le accuse di Dall’Igna dovessero trovare conferma, l’Argentina rischierebbe di essere esclusa dal calendario, un duro colpo per un evento che dal 2014 attira migliaia di appassionati sudamericani. Alcuni osservatori suggeriscono che la mossa della Ducati possa essere anche una strategia per mettere pressione sugli organizzatori e ottenere garanzie aggiuntive, ma il tono duro di Dall’Igna lascia poco spazio a interpretazioni diplomatiche.
Mentre il circus della MotoGP si prepara per il prossimo round, il caso argentino aggiunge un capitolo controverso a una stagione appena iniziata. La Ducati, con i suoi due assi nella manica, non sembra intenzionata a fare passi indietro, e la palla passa ora alla FIM e alla Dorna per decidere se Termas de Río Hondo sarà teatro di una gara o di un ulteriore scontro fuori pista. Quel che è certo è che Marquez e Bagnaia, indipendentemente dalle condizioni, saranno pronti a dare spettacolo—ma a quale prezzo?